Testo di Clara Ippolito
Una nuova stella è sorta nel panorama vinicolo piemontese: risplende di luce e gusto propri accanto ai fratelli maggiori, l’Asti Dolce Docg e il Moscato d’Asti Docg, coppia di must del brindisi delle feste. Con il suo arrivo si è creato un tris d’assi che va oltre la tradizione, verso postmoderni momenti di socializzazione; nel produrlo, si è giocato tutto sulla riduzione del contenuto di zuccheri rispetto alla versione dolce, operazione da cui è risultato un accattivante spumante secco unico nel suo genere e perfetto sia per il momento dell’aperitivo sia a tutto pasto.
Dal punto di vista squisitamente tecnico, la spumantizzazione – messa a punto con il contribuito del laboratorio di ricerca e analisi del Consorzio di Tutela e la supervisione del Professor Rocco Di Stefano – prevede particolari condizioni di fermentazione del mosto con lieviti selezionati, il che rende davvero sorprendente l’Asti Docg Secco, che offre uno spettro gustativo e olfattivo equilibrato e armonioso.
Si tratta di un prodotto seducente, che vuole fare nuovi adepti, in primis i cosiddetti Millennials, notoriamente appassionati di questa tipologia di bollicine; a produrlo (circa 700mila bottiglie) sedici marchi noti come Araldica Castelvero, Arione, Azienda Agricola Matteo Soria, Bosca, Bosio, Cantina Tre Secoli, Cascina Fonda, Cuvage, Duchessa Lia, Fontanafredda, Sant’Orsola, Tosti, Manfredi Aldo & C., Santero, Sarotto e Toso.
www.astidocg.it
Credits Consorzio Asti Docg