Testo di Mario Trabalza
La domanda sembra provocatoria, ma non lo è. Siamo veramente sicuri che in Italia si beva il caffè più buono al mondo? La risposta sembrerebbe scontata visto che l’espresso è una nostra creazione e che l’80% delle macchine da caffè in giro per il pianeta sono prodotte in Italia. Eppure farsi due chiacchiere con gli addetti ai lavori italiani che si formano costantemente e che girano il mondo ci porta a concludere che in Italia non si beve il miglior caffè al mondo. Anche l’espresso, nostro vanto, viene preparato bene e meglio in città come Londra, Sidney, New York.
La ragione è semplice: in Italia il mercato è rimasto tendenzialmente immobile. Poche le novità un po’ per un attaccamento esagerato alla tradizione un po’ anche per presunzione; prezzi omologati visto che i caffè proposti ai consumatori sono sostanzialmente uguali, mentre sempre più clienti sarebbero curiosi di provare nuove miscele e nuovi sapori. Infine alcuni baristi non conoscono altre tecniche di estrazione né i trend a livello internazionale. Il risultato di quest’immobilismo, paradossalmente specchio del Paese, è che a livello internazionale l’Italia ha perso il primato nel caffè.