I vini vegani ovvero di quei vini privi di stabilizzanti e chiarificatori di origine animale hanno futuro e troveranno l’apprezzamento sempre maggiore dei consumatori. Nonostante manchi una certificazione regolamentata dei vini vegani a livello europeo e italiano sono sempre più numerose le aziende che producono vini di questo tipo e richiedono il marchio di autocertificazione riconosciuto dall’Associazione Vegani Italiani. Lo scorso anno i viticoltori che hanno richiesto la certificazione VeganoOk sono aumentate del 35% rispetto al 2015 attestandosi così sul centinaio di unità. Questo dato dimostra che, pur essendo un prodotto di nicchia, c’è un potenziale di crescita importante per questo tipo di prodotto. Le aziende vitivinicole certificate VeganoOk sono presenti soprattutto in Toscana 28%, in Abruzzo 20% e in Piemonte 17%. Una discreta presenza si rileva anche in Trentino e in Sicilia.
Il divieto dei chiarificanti è a tre livelli. A livello tecnologico non sono ammessi l’albumina, la caseina, la colla di pesce e le gelatine animali. Per quanto riguarda il packaging c’è il divieto di utilizzare colle di origine vegan e infine ci sono dei parametri di sensibilità. E’ infatti impensabile produrre vino vegano e poi ad esempio pubblicare sull’etichetta una foto di carne e di selvaggina da abbinare al vino. Infine i vini vegani appartengono a queste tipologie: il 54% sono IGT, 17% DOC/DOP e l’1% DOCG.